lunedì 24 febbraio 2014

24 febbraio 2014 - Tu chiamale se vuoi emozioni di base

Ieri ho ricevuto questa mail dalla mia amica Simona

Ciao Silvana,
come stai?
Ho bisogno del tuo gusto e talento musicale...
Vorrei abbinare delle musiche/canzoni alle emozioni di base (gioia, paura, rabbia e tristezza) per sollecitare suggestioni/immagini in un gruppetto che seguo; ti viene in mente qualcosa? hai delle idee/titoli/autori da suggerirmi?
Grazie in anticipo.
Stai bene.
Buona domenica, baci Simo

Subito mi sono sentita perduta.
Per tutti noi, immagino, ascoltare musica è un'azione molto immediata, quotidiana. Non ho mai riflettuto sulle emozioni che esprime.
Mi sono resa conto di essere un'ascoltatrice molto poco consapevole.

Ad ogni modo, queste sono state le mie risposte:

"Rabbia"

Ciao!
Non ne so più di altri che ascoltano musica, penso, però faccio quello che posso!

Qui c'è una canzone di rabbia di Kelis




Che dici dei Rolling Stones?


Altro a seguire
Baci, buona domenica

...



Sul dolore: Vivaldi, il lamento di una madre davanti al figlio morto.
Il volto di Cecilia Bartoli è molto espressivo... Forse anche troppo!

Per la gioia: un grande classico


...

Altri sentimenti positivi:

There must be an angel

Verdi

Beethoven

3 diverse reazioni

...dalla stessa situazione di partenza: essere abbandonati/traditi.

Il buon vecchio Cocciante reagisce con rabbia



C. A. Bixio ha scritto una canzoncina allegra e filosofica, interpretata da Jannacci, Pavarotti etc.





Le donne invece in genere stanno malissimo e soffrono dolorosissimamente, e allora ecco Didone sul letto di morte nella composizione più famosa di Purcell  (almeno per me, che sono ignorante). Si è appena avvelenata, o pugnalata, dopo che Enea se n'è andato, e lascia dette delle cose all'amata sorella



Se avrò altre idee ti scrivo ancora.

Ciao!


Musica più o meno popolare


Gioia del carnevale brasiliano.



Dolore: la pietosa storia di Geordie, cantata anche da De Andrè in traduzione.


Dolore politico.
La voce della Carta esalta la componente della sofferenza.

Magari arriveranno altri suggerimenti. Te li girerò.

Ciao!


E dunque, fino ad ora è tutto quello che le ho mandato.
Lo condivido con voi, per un inizio di settimana molto musicale e pieno di sentimenti.

Se avete altre idee, scrivetemi! Girerò i vostri suggerimenti a Simona.

Buona settimana!

Silvana

lunedì 17 febbraio 2014

17 febbraio 2014 - Un corpo e un'anima

Capita, in questi giorni, che in televisione trasmettano spesso questo pezzo:


L'altra sera, nell'occasione, mia sorella mi dice: "Questa canzone mi è sempre piaciuta!".
Mi si è aperto un mondo.
Mi è sembrato di vederla ragazzina mentre la ascolta, sognando. 
E ho capito quanto riveliamo di noi stessi parlando dei nostri gusti musicali.

Se considerate come la musica accompagni le nostre vite in ogni momento, attraverso gli anni, dire "Mi piace questa canzone" vale più di cinque sedute da uno psicoterapeuta. E' efficace più dell'ambientazione di un romanzo di Philip Roth. Segna la nostra appartenenza a gruppi ideali di comunanza storica e geografica più del certificato di nascita.

Il pensiero che un estraneo intravisto per strada, magari dall'aria urfida e sgradevole, si intenerisca ascoltando una certa canzone, lo rende più umano ai miei occhi.

Sentire una canzone che piaceva a un mio caro scomparso mi straccia il cuore.

Per terminare: a me, ad esempio, è sempre piaciuta questa canzone qui:


E a voi, che canzone piace?

Volendo, potete raccontarmelo con un commento sul blog in cui raccolgo queste mail settimanali.
Lo trovate qui:


I commenti potete lasciarli tutti, anche se non avete un'identità google o simili: basta qualificarsi come "anonimo".

Buona settimana!

lunedì 10 febbraio 2014

10 febbraio 2014 - Milla

Qualche giorno fa la mia amica Dorit mi ha mandato questo video



Bella musica! ho pensato. Sembra il Bolero di Ravel, ma il Bolero di Ravel lo abbiamo già sentito un milioncino di volte. Questa, invece, è nuova.

Quanto bisogno abbiamo di cose nuove, nella vita?
A seconda della personalità, comunque: tanto.

Cambiare casa, lavoro, città può risultare molto impegnativo.
Cambiare partner, crudele difficile e azzardato.
In genere, ci si sfoga sulle piccole cose: i vestiti, i bicchieri, la pettinatura. Con la crisi, anche questo sempre meno.

Per farla breve: io oggi ho adottato una gattina nuova:

Inline image 1


Si chiama Milla.
Quando non è spaventata, è molto affettuosa.
Spero che la nostra unione sarà felice.

Sempre oggi, casualmente, ci ha lasciato il micio Tommy.
E' stato un gatto affascinante, buono e simpatico. Ci mancherà molto.

Inline image 2

Ma fortunatamente, quello dei gatti è un mare molto vasto, in cui è sempre facile pescare qualcosa di bello.

Altri tipi di affetti non sono altrettanto rinnovabili.

Buona settimana!

Silvana

lunedì 3 febbraio 2014

3 febbraio 2014 - Penelope

Un paio di mesi fa è nata in me una nuova passione, sorprendente e inaspettata.

L'uncinetto

Inline image 1

Mentre agucchio, non penso - o penso tranquillamente.
Penso le parole una lettera per volta. O... R... A... M... A... N... G... I... O... U... N... A... M.... E... L.... A... Cose così. 
Se dovessi produrre un rumore mentre agucchio, sarebbe come le fusa dei gatti.
Lo trovo incredibilmente rilassante.

Non ho grandi ambizioni. 
Mi piace produrre oggetti lunghi, a schemi ripetitivi - collane e sciarpette, per il momento - con i vecchi filati che recupero a casa di mia madre.
Poi, faccio dono delle mie produzioni alle amiche. 
Dono o dispetto, non saprei dire, ma tant'è: io passo il tempo in modo rilassante, e l'oggetto che produco mi giustifica. 
Nessuno potrebbe dire che io sia una pelandrona. Chi aprisse la bocca per dirlo, io gli caccio dentro una presina per le pentole.

Non ho conoscenti che si dedichino a quest'attività, ma girando per internet ho scoperto che la comunità delle donne filanti è folta e agguerrita.
Persino internazionale.
Se si lancia una ricerca in rete, si ottiene una valanga di risultati:


Una passione internazionale, ma anche eterna, quella dei lavori "femminili": pensate a Penelope, e allo stratagemma che aveva architettato per tener testa ai Proci. 
Tessere la tela era il suo modo per vincere il tempo.

Inline image 2


Ma che cosa è rimasto delle creazioni delle donne, nei secoli?
Le tele, i vestiti e i ricami se anche non le disfano i Proci, si consumano, si dissolvono, marciscono e finiscono in polvere.
Le creazioni degli uomini - ponti, città, miniere, colossei - hanno un carattere di stabilità più accentuato.
Perché, questo?

Inoltre, le autrici di tante belle opere di creatività sono rimaste anonime.
I nomi dei creatori uomini, invece, tendenzialmente rimangono.
Sappiamo chi ha costruito San Pietro.
Sono noti i nomi dei condottieri immortalati nell'arazzo di Bayeux

Inline image 3


ma non i nomi delle ricamatrici.

Lo stesso vale per gli arazzi di Mirò

Inline image 4


e per quelli di Depero:

Inline image 5


E dunque, perché le autrici di tanti bei lavori non sono rimaste nella storia?
Forse perché erano artigiane, e non artiste?
Ma cosa distingue l'artigianato dall'arte?
Forse che l'artigianato ci rilassa, menrte l'arte ci tormenta?

Per sollevarci da tanti dubbi attanaglianti, consiglio di leggere i libri delle pulcette di Beatrice Alemagna.
Sappiamo chi li ha pensati e ricamati, e sono belli, intelligenti e anche un po' magici.


A me, per magia, piacerebbe conoscere almeno tre dei pensieri che sono passati per la mente delle donne venute prima di noi, mentre lavoravano. 
Sorelle e amiche, più che antenate.

Forse questi pensieri erano simili alle stelle del cielo.

Inline image 7


E inoltre: una chicca sarda, che ci permette di scoprire tutto un mondo.
Ma che dico, una chicca?
Un culurgione:



Buona settimana!

Silvana