lunedì 16 marzo 2015

16 marzo 2015 - Insegnare, imparare

Io non so fare i doni.

Intendo dire: piccoli regali ne offro anche tanti, ma preferibilmente li consegno accartocciati in un foglio di giornale vecchio.
Insomma: non li so impacchettare.
Qui sotto vedete il massimo che riesco a ottenere da me stessa, con sforzo enorme, e in occasioni estremamente straordinarie.
Ad esempio, se vi sposate potreste ricevere questo da me.

Da vicino erano molto peggio...

Mia sorella invece... Tutt'un'altra storia.
Le sue confezioni-regalo sono un capolavoro di fantasia, estetica e ingegneria. E mia madre, giustamente, per farsi impacchettare dei doni si rivolge a lei.
Questo da cosa dipende? Dal fatto che mia sorella è della Vergine?
Non direi. Agli oroscopi credo per gioco, ma è difficile dimostrarne la fondatezza scientifica.
La risposta esatta la conosco bene.
In realtà, mia sorella sa fare pacchi stupendi perché gliel'ha insegnato mio padre. E ogni volta che confeziona un regalo, pensa a lui.

A me invece, per qualche motivo, mio padre non l'ha mai insegnato. Da cui la mia deficienza.
Però mi ha insegnato altre cose.
Ad andare in bicicletta, ad esempio. 

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Immagine da Pinterest

E se non ci fosse stato lui, come raggiungerei io adesso la mia biblioteca? 
E ancora: mi ha insegnato a scrivere a macchina.

Su una macchina quasi così! (Immagine da Google)

Non professionalmente, certo.
Ma se non fosse per lui, adesso io come vi manderei queste mail del lunedì?

Anche mia madre mi ha insegnato diverse cose, naturalmente.
Per merito suo, ad esempio, faccio la spesa al supermercato senza essere d'impaccio a nessuno. E non tutti hanno appreso questa regola base della convivenza, ve lo assicuro.


Oppure, quando lavo i piatti, grazie a lei so che prima devo occuparmi delle cose meno sporche, poi di quelle più impegnative.
Vi sembra poco?

A me non sembra poco.

E quando mi allaccio le scarpe. Quando accendo la luce. Quando mi cucino gli spaghetti. In ogni minimo gesto della mia vita - parlare, pettinarmi, andare alla toilette - ci sono mia madre e mio padre - o chi per loro - che me l'hanno insegnato.

Ho letto da qualche parte che, ovunque andiamo, ci portiamo dietro i nostri avi sulle spalle - immagine che sta a significare che il nostro patrimonio genetico risale dapprima ai nostri genitori, e tramite loro al primo Homo Sapiens, nella notte dei tempi.

Enea fugge da Troia col padre Anchise sulle spalle

E da Freud in poi, è tutto uno scandagliare i traumi - ma anche le influenze positive, certamente - con cui mamma e papà segnano il nostro carattere, quindi il nostro destino.

Io però mi riferisco all'area intermedia su cui intervengono i genitori: quella della gestione della vita quotidiana.
Che certamente non è meno importante delle altre.
Lo sapevate, ad esempio, che se un gatto non impara dalla madre a cacciare i topi, non sarà mai in grado di farlo?


Allo stesso modo: io so lavorare a maglia, in modo molto basic. 
Ho imparato da mia madre.
Però non sono capace di lavorare lo jacquard senza tirarmi dietro i fili sul rovescio del lavoro, perché questo non lo sa fare nemmeno lei.


Il retro di un maglione fatto da me

Doveva insegnarmi la Paola Costa, una mia compagna del liceo, ma in quattro anni che abbiamo passato insieme non mi sono mai decisa a portarmi dietro i ferri.

E dunque, si può dire che dietro a ogni nostro gesto ci sia una forma di amore - quello che provava per noi la persona che ci ha insegnato a farlo?
E quanto ci caratterizza quello che non sappiamo fare?
E i nostri amici sono nostri amici perché da loro apprendiamo cose che altrimenti ci rimarrebbero estranee?
Se chiedete a qualcuno come si fa una cosa e quello vi risponde: "Guarda su google", vi offendete? 
Io sì.

Dunque, per dimostrarvi che sono vostra amica, vi insegno una ricetta semplicissima, velocissima e molto gustosa.

Pasta alla ricotta (ricetta per due persone)

Mettete a cuocere 200 g circa di pasta.
Nel frattempo, diluite una confezione di ricotta con un po' di acqua di cottura. Volendo, potete darle una leggera scaldata al microonde.
Scolate la pasta, mettetela in una scodella, versateci sopra la ricotta e mescolate.
A seconda dei gusti, potete aggiungere una grattata di formaggio, un giro d'olio, un po' di pepe, un pizzico di aglio disidratato, un po' di origano... O anche niente.
Come direbbe giallozafferano: una soluzione geniale per quando non avete voglia di cucinare.
Se la conoscevate già, cogliete l'occasione per ringraziare chi ve l'aveva insegnata.

E io, da chi ho imparato questa ricetta? 
Da una specie di fidanzato.
Ho passato gli ultimi due giorni a scandagliarmi la memoria, per cercare di ricordare cosa io abbia appreso dagli uomini, e questo è tutto ciò che ho trovato.
Un segno evidente che con gli uomini non ho mai avuto molta fortuna.

Ce n'era uno che aveva iniziato a insegnarmi come riparare le biciclette bucate, ma non ha fatto in tempo.
Pazienza.
Tanto, di bici ne ho tre, e almeno una a turno è sempre a posto.



Buona settimana!


Silvana

1 commento:

  1. A pensarci... mi accorgo che, soprattutto in casa, i miei gesti quotidiani non hanno niente di originale; sembrano percorrere delle strade ben tracciate da mia madre e prima ancora dalla nonna materna. E' come se ti programmassero fin da piccola e poi per inerzia vai avanti!
    Naturalmente ci sono campi in cui non riesci a competere; mia madre era bravissima nel ricamo, io non so tenere nemmeno l' ago nelle mani!
    Invece sono stata una spugna nell' assorbire da mio padre tanti di quei comportamenti da riempire uno zaino che mi porto sempre appresso.
    Quindi, per non farla lunga, siamo come siamo e lo dobbiamo a quelli che si sono presi cura di noi che ci hanno voluto e ci vogliono bene (degli altri neanche a parlarne!)
    Anche io mi offenderei se quelli che si reputano amici mi rimandassero a google!
    La ricetta della pasta con la ricotta me l' ha insegnata mia nonna, che essendo molto golosa (più di me!!!), ne faceva un piatto dolce, utilizzando lo zucchero a mo' di formaggio!
    E così, diceva la furbastra, aveva primo, secondo e dolce!!!!
    E siccome devo fare fronte all' acquolina la chiudo qua con un forte abbraccio :)
    maria

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