lunedì 1 giugno 2015

1 giugno 2015 - Di nuovo La Grande Jatte

Noi siamo certamente quello che mangiamo.


Però siamo anche quello che vediamo, e quindi, visto che in casa ho sempre la televisione sintonizzata su Rai5, anch'io tornerò a ripetermi e a replicarmi - o, per meglio dire, riprenderò un discorso già toccato qui:


Dunque, come dicevo, grazie a un documentario di Rai5 ho scoperto che i critici d'arte non sono in grado di svelare alcuni misteri relativi a La Grande Jatte di Seurat.
Dei semi di pioppo volanti ho già parlato in precedenza.
Oggi dirò delle due forme triangolari di colore arancio che appaiono all'estrema destra dell'opera.
"Non capiamo!", dicono gli esperti.
A me sembra evidente che il triangolo superiore è l'estremità di un parasole - la somiglianza con gli altri ombrellini del quadro è innegabile.
Il triangolo più basso, così a intuito, potrebbe essere il bordo di una coperta da picnic, o o di una gonna bell'époque. 
Forse non si usava, all'epoca, rappresentare brandelli di figure che non rientrassero pienamente nella composizione, ma l'influenza della fotografia all'epoca era sempre più forte - e nelle foto è cosa normale che si insinuino particolari esterni.



Una marmotta si insinua nell'autoscatto di due escursionisti - immagine da Google

Inserendo questi particolari, inoltre, forse Seurat ha cercato di moderare l'estrema fissità della composizione, per dare un tocco di maggiore naturalezza.
Naturalmente, io non sono mai stata nella testa di Seurat, e non posso essere certa di questo al 100%. Però.

Terzo e ultimo mistero: le ombre del quadro.
E cioè: se osservate bene, le ombre delle persone ne La Grande Jatte sono aguzze e oblique, reclinate a ore 14. Quelle degli alberi, invece, sono vaste e larghe, distese orizzontalmente.
Dicono gli studiosi: una cosa così in natura non esiste! Queste ombre appartengono a due momenti diversi della giornata! E perché mai Seurat avrà fatto questa scelta??
Bho.
Io però ricordo una bella sera d'estate, nel parco: le ombre degli alberi apparivano vaste e distese. Perché gli alberi sono grandi.
Quelle delle persone non ho fatto in tempo a vederle: tornavo a casa in bicicletta, dopo il lavoro, e avevo troppa fame. Sono filata via.
Ma ho una teoria fantasiosa, a questo proposito.
E se Seurat, per compensare l'immobilità dei personaggi, avesse voluto accennare al fatto che, pur stando immobili sul posto, essi si siano mossi nel tempo? Pensate: nella semplice cornice di un quadro, non assistiamo alla rappresentazione di un istante, ma di un passaggio di tempo - rappresentato, da questa incongruenza nell'inclinazione delle ombre.
Chi me lo dice che Seurat non fosse affascinato dalla relazione tra spazio e tempo, e dai suoi paradossi, come e anche più di me?

Qui termina la mia lezione d'arte su La Grande Jatte.
Ho pensato tutto quello che avevo voglia di pensare.
Avrò ragione? Avrò torto?
Che importa?

Intendo dire questo: secondo me, sapere tante cose è di per sé insignificante.
Avere esperienza è molto utile.
Quello che davvero conta, però, è immaginare.
Immaginare qualcosa di personale e tuo è come scoprire una striscia di terra di nessuno nel cuore una grande città.



Milano: tra le Ferrovie Nord e un cortile condominiale


E' il nostro modo di muoverci intorno alle cose senza lasciarci sopraffare da esse.




Buona settimana

2 commenti:

  1. Articolo davvero interessante. Ti spiace se ti segnalo che su Agon Channel tutti i giorni alle 13 c'è "Quello che le donne non dicono", talk show al femminile condotto da Monica Setta: ogni giorno ci sono 2 ospiti che si confrontano?

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  2. Grazie di tutto, sia per l'apprezzamento che per la segnalazione!
    A presto, spero.

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