lunedì 28 dicembre 2015

28 dicembre 2015 - Ancora tu


Siete genitori?

I figli monopolizzano la vostra vita?
Ne so qualcosa.

Lo so perché vado al cinema


perché ho qualche amica madre, e perché da un paio di mesi vivo con lei



​Titina da piccola

Se non lo sapevate, ora lo sapete, ma di certo già eravate al corrente, e tuttavia se torno a parlarne non potete avere niente da ridire, come ai genitori nessuno oserebbe recriminare: "Ouh, e basta con 'sto Mirko / Deborah / Massimiliano / Carlotta! Smettila, racconta qualcos'altro, ché mi hai rotto le scatole!".
I figli sono sacri, e allora ribadiamo che sono sacri anche i gatti.




Dal Museo Egizio di Torino

Pensate solo a quanto contribuiscano al benessere di tante persone sole.
"Clac - clac - clac!" fa la chiave nella serratura ogni mattina, quando un single va al lavoro e lascia il proprio gatto a custodia della casa.
Avete mai pensato alla topografia delle città disegnate coi gatti?
In via dei Salici al numero 3 ci sono: una micia nera al primo piano, un gattone rosso e una grigina al secondo, al terzo una mamma calico in una scatola di cartone con un figlio nero, uno bianco e uno rosso.
Le pareti dei palazzi diventano trasparenti, ed ecco all'improvviso stagliarsi nel cielo a varie altezze una tribù pelosa che dorme, mangia, gioca col topino di gomma finché il padrone arriva, a sera, e clac - clac - clac, riapre la porta. Cominciano le feste di benvenuto.
Una vera gattografia.

E visto che ogni gatto è diverso dall'altro, vi parlerò del mio, che sta in un appartamento all'ottavo piano della periferia milanese.

Titina stamattina mi ha svegliato verso le 8.
Non vuole che dorma troppo a lungo.
In compenso, la sera a una certa ora mi fa capire che è ora di ritirarsi.

Titina mi aspetta dietro la porta di casa ogni volta che rientro.
A Natale sono stata via quasi tutto il giorno, e allora per punirmi è scappata fuori, è salita al piano di sopra, ha preso a calci la porta del vicino, non voleva tornare giù.
Insomma, ha fatto l'offesa.

Titina, contrariamente agli altri gatti, è indifferente alle scatole di cartone. 
Non se le fila proprio.
In compenso, le piace giocare con l'acqua: ogni mattina fa la doccia al rubinetto del cucinino, 

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e quando faccio il bagno è lì, a sovrintendere all'operazione.
Per lo più, dallo stenditoio.
Lo stenditoio è il suo posto preferito.

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Titina ama i fiori.
Le piace distruggerli.

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Se volevate regalarmi dei fiori, non fatelo più. 
Portatemi dei cioccolatini, invece, così faccio una palla con la stagnola e la tiro a Titina, che ci gioca.

Titina in effetti gioca molto.
E' una gatta allegra.
E' una gatta giovane...


Uno dei suoi soprannomi è Titina Adrenalina.
Per me, oramai abituata ai mici novantenni, è stata una bella sferzata di energia.

Ma Titina fa sparire continuamente i suoi giochi.
Secondo me, i gatti conoscono i buchi spazio-temporali, e ogni tanto ci buttano dentro una biglia.

Titina è affascinata dalle ombre, e salta sui muri per afferrarle.


Capita che sollevi la testa e fissi un punto nel vuoto, con le orecchie dritte.
Titina, secondo me, vede i fantasmi.

Titina, per ora, ha rotto solo un piatto.
Anche perché io ho fatto sparire molti oggetti dagli scaffali di casa.
In compenso, il pavimento adesso pullula di topini di gomma, noci, fiori secchi.
I nuovi arrivi cambiano sempre la fisionomia della casa.

Titina è famelica. Non avanza mai cibo nella ciotola.
Mangerebbe continuamente, di tutto.

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Titina Ricottina.
Figlia mia.

Che ha i miei stessi gusti, e guarda la televisione insieme a me

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Titina, diciamolo, non è molto brava a cadere sulle zampe. 
Quando corre, sbatte un po' dappertutto, ma evidentemente l'assiste il dio degli ubriachi e dei bambini di ogni specie. Per ora, non si è fatta troppo male.

Però io sono preoccupata.
Penso a tutto quello che potrebbe succederle, e sto male.



E' vero, i genitori me lo insegnano: a certe cose non bisogna proprio pensare, altrimenti non si vive più.

Come non voglio pensare al fatto che, se va tutto bene, Titina è il gatto che mi accompagnerà nella mia vecchiaia.

Una persona che amavo molto, volendo ferirmi, aveva predetto per me un futuro da zitella fuori di testa in una casa popolata da decine di gatti puzzolenti,

Per adesso, c'è solo lei.
Meglio lei che lui.


Buona settimana


Silvana



lunedì 21 dicembre 2015

21 dicembre 2015 - Due piccioni con una fava, ovvero: Una soluzione pratica e un po' lazzarona


Tanti auguri
per un Natale e un 2016
pieno di coccole ininterrotte,
di giochi scatenati,
di mangiarini a volontà sani e golosi,
di dormitone al caldo,
di belle miagolate,


di sogni di topi che scappano corrono
ma alla fine si fanno acchiappare.

E se non vi piace essere un gatto...


Peccato!

(E, naturalmente, anche buona settimana!)



Silvana

lunedì 14 dicembre 2015

14 dicembre 2015 - Grazie, Anna, per l'immeritato successo

Lunedì scorso, 7 dicembre Sant'Ambrogio festa patronale della mia città, nel tardo pomeriggio ho acceso la televisione per seguire quello che da un paio di anni è diventato uno dei miei appuntamenti fissi: l'inaugurazione della stagione operistica al Teatro alla Scala.


Più stanca che entusiasta, quest'anno ho spento la tele sul prestino e sono andata a dormire.

Il giorno dopo do un'occhiata alle recensioni, vengo a sapere di polemiche e liti tra cantanti e giornalisti, registi e direttori...
Ma gente che fa un mestiere così bello ha ancora voglia di litigare? mi stupisco io.
Ancor di più mi stupisco nel vedere che i contatti sul mio blog si sono decuplicati.
120 visite il giorno della prima. Pofferbacco! Sul mio sito in genere non va mai nessuno...
E 90 contatti il giorno dopo.
45 il giorno dopo ancora - e via a scemare.

La ragione dell'improvviso successo l'ho capita subito: stella dell'inaugurazione era Anna Netrebko. 
Questa grande cantante negli ultimi anni ha messo su, diciamo, qualche chilo

https://www.youtube.com/watch?v=YM5WJGG9wX4

e se si fa una ricerca in rete con le parole chiave "anna netrebko ingrassata", google rimanda dritto dritto a un post che avevo pubblicato un paio di anni fa sul mio blog:


Ma io non so nulla dei segreti metabolismi delle grandi cantanti!
E se fossi un'amica della bella soprano, certo non renderei pubblici i fatti suoi su un blog.

Ripeto quello che avevo scritto ai tempi: le cantanti liriche vivono in un mondo diverso dal nostro. L'arte le rende comunque meravigliose. Ingrassare... Dimagrire... Sono concetti che tangono solo i comuni mortali.

Posso dire anche l'opposto: le cantanti vivono nel nostro stesso mondo, e alle donne capita di ingrassare quando hanno dei bambini - come mi pare sia il caso della signora Netrebko.

Sinceramente, più che altro mi colpisce la superficialità di questi curiosi che, di fronte a un'opera di Verdi e a una voce di tale bellezza, vanno a perdere tempo con questioni di cambiamenti di peso.

Ma alla fine contraddico me stessa dicendo che anch'io mi sono posta il "problema" e la mia teoria ce l'ho, riguardo al fatto che così spesso le cantanti liriche siano "presenze importanti".

E dunque:

Secondo me, cantare è un atto piuttosto intimo.
Cantando si emette verso l'esterno qualcosa di molto personale: la voce, che si forma dove il sangue pulsa più indifeso nelle arterie, e trova risonanza tutto intorno intorno al nostro cuore; il calore, che è il nostro corpo fatto temperatura; il fiato, che è l'aria che ci fa vivere...
E questa parte di noi così interiore le cantanti la buttano fuori su un palcoscenico, mentre se ne stanno esposte inermi allo sguardo e all'ascolto di centinaia di spettatori sconosciuti.
Ingrassare, dunque, potrebbe essere un modo per difendersi, costruirsi intorno una corazza, stabilire una distanza di sicurezza. Per tenere più stretta a sé questa cosa personale che, invece, viene sparata a tutta potenza fino in fondo al teatro, e se va bene persino al di là del mare, in altri continenti.

Io non canto, ma sto ingrassando lo stesso.
Forse perché mando in giro per il mondo, sotto forma di mail e post di blog, schiocchi pensieri che non mantengo intimi per me.

Buona settimana


Silvana


lunedì 7 dicembre 2015

7 dicembre 2015 - 24 ore di autonomia a 5 euro

Conosciamo noi stessi e mediamo il nostro rapporto con il mondo attraverso una serie di immagini che ci rappresentano.
Io, ad esempio, nella mia mente sono un enorme buco nero in cui, ogni poche ore, devo buttare qualcosa per non subire lo strazio della fame.
Quello che faccio rotolare nel buco che sono io, molto spesso, è una mela.
E dunque, oggi pago il mio tributo a questo frutto meraviglioso, che tante volte mi ha salvato la vita.

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Ritratto di Titina con mela

Le mele sono buone.
Solo un pizzico meno dell'acqua.
Infatti, sono composte di acqua all'82 %, ed esercitano un discreto effetto diuretico.

Le mele sono dure e portatili.
Non si spatasciano, se le butti in fondo allo zaino e te le porti dietro per la città, lungo il corso della giornata.

Le mele sono resistenti.
Se le dimentico in fondo a una borsa (possibile? Non me le sono mangiate?!), impiegano settimane ad andare a male. Forse addirittura mesi.

Le mele sono belle.
Da sempre, scatenano la fantasia dei pittori.
Con le mele delle nature morte di Cézanne ha avuto inizio la pittura moderna.

Immagine da Google
Dicono che con una mela abbia anche avuto termine la nostra felicità innocente, è vero.



Ma si sa: è solo un mito. Una storia che l'uomo si racconta per rappresentare la propria vita in allegoria.
Diciamo, allora, che la mela è affascinante, magnetica, e attira a sé un gran numero di narrazioni mitologiche: pensate a Guglielmo Tell, a Paride, e persino a Newton e a Dan Brown.

Immagine da Google


Con Dan Brown il tono è calato, lo ammetto, ma è soltanto un segno dei tempi. Sono i tempi moderni a calare di tono, insieme a noi. Non le mele

La mela ha una forma geniale.
Vi ricordate la storia della O di Giotto? Certamente, Giotto ne aveva appena mangiata una.

Ma prima, tanto esercizio con le pecore! (Immagine da Google)


La mela è semplice. Frutto di un concetto essenziale.
Forse non è nemmeno rotonda: la mela è la linea più breve che unisce due punti, ma nello spazio curvo einsteniano si è fatta crescere addosso una bella buccia sferica.

La mela è nutriente. Mi sfama.
I due punti che la mela unisce sono: Silvana affamata – Silvana sfamata. Almeno per un'oretta.
Dunque, teoricamente la mia giornata potrebbe essere rappresentata con 24 mele. All'incirca 5 euro di spesa dall'Uomo Valtellinese delle Mele che vado a cercare il sabato mattina al mercato dei contadini del mio quartiere.

La mela è versatile, protagonista di mille ricette.
Conoscevo una tipa simpatica che si chiamava Liliana. Una delle cose che mi sono rimaste stampate nella memoria, tra quelle che ha detto, è: ”Le mele mi piacciono pazzamente, mi piacciono cucinate in ogni modo. Anche semplicemente bollite con un po' di succo d'arancia. Ma anche solo con un po' d'acqua”.
Con queste parole, nella mia mente, Liliana ha rappresentato il suo pazzo amore per la vita.
E non solo il suo.


(altri preferiscono sex and drugs and rock&roll)

La mela è infinita.
Potrei  proseguire per pagine e pagine a parlare di lei, di quanto bene faccia all'economia del Trentino – Alto Adige, di quanto faccia male se la tiri in faccia ad un eventuale malintenzionato, di quanto mi diverta a farne in ceramica, di tanto in tanto,

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e invece mi fermo qui, perché sono pigra.

Ringrazio la mela, perché mi ha tirato fuori d'impaccio in molte situazioni – non solo alimentari.
Oggi, ad esempio, non sapevo che cosa scrivere. E mi sentivo molto svogliata.

Però vi lascio anche una raccomandazione: sbucciate le mele prima di mangiarle, perché mi hanno detto che nel corso della loro crescita sono sottoposte a 30 processi di disinfestazione antiparassitaria.
Forse anch'io sono un po' parassita, e un giorno soccomberò per aver mangiato tonnellate di mele avvelenate limitandomi a dargli una sfregata sui jeans.Chi lo sa.


Chiudo con la ricetta di una torta di mele buona:

Torta di mele buona

Mescolare
200 g. di zucchero
250 g. di farina
2 uova
1 bicchiere d'olio
100 g. di noci
4 mele a fettine, macerate nel succo di limone
spezie (tipicamente, cannella), 2 cucchiaini circa
un pizzico di sale
lievito.

Cuocere in forno un'oretta, prima a 180°, poi magari a 160.

Buon appetito.


E buona settimana!

Silvana