lunedì 26 gennaio 2015

26 gennaio 2015 - Una grossa brioche ridanciana

Quando qualcuno mi scrive, a volte non rispondo.
In realtà, per natura io rispondo sempre, però devo pensarci un po'. Sono una persona dalle reazioni lente.
Nel frattempo, può capitare che mi dimentichi. 
Però non faccio apposta.

Così, qualche giorno fa una mia amica mi ha scritto:

Hai visto la luna stasera?
Come il sorriso del Gatto del Cheshire.



Io non l'avevo vista. Ero a cena da un'altra amica, che non incontravo da anni. Quella luna lì me l'ero proprio persa.
Ma la sera dopo ritorno dal lavoro e - meraviglia! Il cielo mi offre una seconda possibilità.
Eccolo là in alto, il gatto del Cheshire!
Io tiro fuori la mia macchina fotografica, che porto appesa in vita come una pistola nel cinturone, a mi preparo a fare un bello shooting.

Ma la luna scappa via



Poi torna, e mi fa un volgarissimo sberleffo



E si mette a ridere di me sgangheratamente, sobbalzando qua e là



Infine si calma, trattiene il fiato, gonfia le guance. Da gatto del Cheshire che era, si trasforma in grassa brioche.



E io desisto, me ne vado a casa a farmi da mangiare, assai delusa.
La luna mi sfugge. Ride di me. Non mi vuole bene.

Poche ore più tardi mi metto a letto, apro uno dei libri che sto leggendo (quando sono tanti, è perché in realtà nessuno mi piace davvero)



e prima di perdere coscienza, a pagina 33 cado su queste parole:

"...Ritrovava quelle vecchie parole in gola, uguali identiche a come erano state scritte. La univano ai secoli antichi in ci gli astri brillavano esattamente come oggi. E questa rinascita e questa permanenza le davano un'impressione di eternità".

E' così che un libro noioso illumina la mia mente. Mi offre un punto di vista diverso. Mi conforta in un pensiero che rigiravo in me ormai da diverso tempo. 
Meglio così, se la luna è inafferrabile.
E' solo una fortuna, se sopra di noi c'è un cielo che non possiamo toccare.
Le stelle oggi per noi splendono di meno, ma sono le stesse che guardavano gli antichi Greci.
Vediamo gli stessi tramonti, le stesse albe.
Interpretiamo le nuvole come i bambini dell'età della pietra.


Se non è un orso questo...

Se tutto sulla terra cambia e si corrompe, noi potremo inquinare un po' la nostra atmosfera, ma più di tanto non riusciremo a fare.



E questo mi sgomenta, però anche mi consola.



Buona settimana!


Silvana

domenica 18 gennaio 2015

19 gennaio 2015 - Qualcosa di personale

Io non è che non mi chieda se ho il diritto o no, di inviarvi queste mail del lunedì.
A volte penso di essere molto presuntuosa.
E' vero che, con tutto il male che c'è al mondo, il disturbo che posso procurare io è minimo.
Un po' di spamming. Che vuoi che sia.

Inoltre, mi è venuto in mente che forse mandare a tutti la stessa comunicazione è una soluzione di comodo.Un atto di pigrizia. Un gesto privo di considerazione.
A chi fa piacere ricevere una lettera fotocopiata?
Allora, mi sono sforzata di dire qualcosa di personale a ciascuno di voi.

E dunque:

Beatrice: L'altro giorno andavo in bici per il parco, sotto gli alberi che ogni tanto abbraccio, come mi hai insegnato tu.
C'era una fanghiglia viscida e scivolosa. Ho sbandato due, tre, cinque volte di fila, di qua e di là. Non so come ho fatto a non cadere e a non spaccarmi qualche osso. "Gli alberi mi hanno protetto!", ho pensato a un certo punto. E subito mi sono chiesta se diventare animista non sia un segno di regressione.

Inna: Quando escono le info sulle vacanze-studio del Comune? Se si riuscisse un'altra volta a farle insieme, ne sarei davvero contenta.

Arianna: Quando riprenderai a fare dolci? Tu hai un tocco speciale, è un peccato sprecarlo.

Eva: Io penso sempre al mare...

Viviana: E a volte nei miei sogni penso anche di andare ad aprire una gelateria a Cagliari, perché secondo me quelle che avete adesso non sono il massimo. Potrei avere successo, secondo te?

Marghe: Ohimè ho distrutto tutta la tua opera, lasagna dopo lasagna, cioccolatino dopo cioccolatino...

Antonella: E' vero, sono un disastro, ancora non ho spedito le foto di Dublino... Ma il caffè da prendere insieme non l'ho dimenticato.

Piera: Qui si è riempito di cornacchie come quelle di Mosca, che ti piacevano tanto. Quasi ogni volta che le vedo, ti penso.

Marilena: Mia madre ha ancora fuori i Babbi Natale disegnati dalle tue bimbe! Però a me le decorazioni fuori stagione non dispiacciono affatto. Spero che durino fino a Pasqua e oltre.

Ilaria: Ma te lo ricordi quel progetto sui sogni degli animali? Mi sembra una vita fa, però è stato bello...

Nicoletta: E se ci facessimo un fine settimana lungo in Francia, metti a Lione, a caccia di accessori fantasiosi e colorati? Sono sicura che da quelle parti hanno pensato a tutti i tipi di donna bella...
E Giuliana Musso è straordinaria, anche su youtube.

Antonio: Cari saluti a Betty. Hai poi messo a punto l'alternanza cervo-unicorno?

Patrizia: Ho appeso il gatto che mi hai dato. Adesso troverò qualcosa da appendere al gatto. 

Giulia: nella scatola di latta che mi hai regalato ho sistemato le lucine della bici! Una scelta in tema, visto che le uso d'inverno.

​Marina: Il formaggio è buonissimo! Per errore ho mangiato anche un po' del rivestimento di cera. Buona pure quella.

Dorit: Non ho mai visto i tuoi lavori di mosaico. Perché non mi mandi una foto? 

Nina: Sono arrivate le riviste? Hai trovato qualcosa di bello da fare?

Lori: Anch'io sono rimasta senza gatti. Dobbiamo assolutamente porre rimedio alla mancanza.


Elena: Hai degli animali, adesso? Se un giorno mi porti un gattino dalla Sardegna, lo nutro a patate e formaggio e lo chiamo Culurgione.


Maria: E che fine hai fatto, tu?

Anto: L'hai poi trovata una macchina da cucire che ti piaccia?

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Maria Cristina: Mi mancano le poesie che mi mandavi.

Tina: Ma in piazza Bausan c'è ancora Le Sac? Ho bisogno di un marsupio nuovo. Magari un sabato pomeriggio vengo a comprarlo e ci vediamo.

Bianca: Coraggio, pensa quanti bei viaggi potrai fare in Spagna! Veniamo anche io e Katia!!!


Katia: Ho visto degli uccellini carinissimi nel parco. Erano piccoli, con la pancia tonda e la coda lunghetta, che dondolava su e giù. Secondo te che cos'erano?

Simona: Ma lo sai che dopo aver fatto la lettura sui topi in biblioteca, i topi in biblioteca si sono materializzati davvero?


​L'orribile trappola

Forse avrei dovuto leggere qualcosa sul Principe Azzurro...

Serena: L'elefante mi chiede sempre di te. Se riusciamo a vederci, magari dopo lui ti chiederà di me, ogni notte...

Claudia: Ma gli incontri di Camminata Norvegese nel parco sono poi partiti?


Barbara: E pensa che due anni fa non sono riuscita a vedere certe vetrate di Chagall in una chiesa di Magonza, perché quando sono arrivata ho trovato chiuso. Destino...


​Magonza - Chiesa di Santo Stefano: Vetrata di Chagall (immagine da Google)

Elisa: Ho già dimenticato quel nome. Zu... E poi? Ma non è troppo complicato da ricordare per delle amiche della nostra età?

Ida: Hai poi ripreso con ceramica?

Marina: E tu? Che lavori avete fatto?

Caterina: Continuo a dimenticare il titolo del libro di Camilleri che mi avevi consigliato. D'altronde, ne ha scritti così tanti...

Jill: Immagino il tuo giardino la primavera prossima, pieno di fiori.

Marisa: Se quest'anno la Faruffini organizza il giro e decidiamo di andare stiamo in stanza insieme?

Tina: Quando manchi tu, in biblioteca si sente...

Luigia: Buona guarigione! Ma davvero buona!

Dani: La pizza non l'ho dimenticata, ma se anche non riusciamo a organizzare sei sempre nel mio cuore.
Anche la pizza.

Dani: Ma secondo te il preparato dei pancakes non potremmo usarlo lo stesso? Non mi pare che sia scaduto da tanto.

Alicia: Poi quelli là non si sono più fatti sentire. Peggio per loro. Però peccato: avremmo potuto conoscerci dal vero!

Giulia: Io in inverno mi impigrisco molto, e ulteriormente. Conto sulle mostre primaverili del MART.

Escamar: Nessuno mi aveva mai augurato che mi capitino tante cose, anche non felici, basta che poi ne scriva sul blog. Ho apprezzato molto.

Gabriella: Hai ragione,ogni tanto agli amici bisogna scrivere qualcosa di personale.


E a tutti voi - ma con intonazioni diverse: buona settimana!




Silvana

lunedì 12 gennaio 2015

12 gennaio 2015 - Realtà-arte-realtà-fiction-realtà-e una bella faccia

Non mi sono allontanata molto da casa, in questi giorni di ferie invernali, e non sono stata molto attiva - grandi pulizie a a parte.


Per mia natura, tendo ad uno stato di pace immobile che, a seconda di come lo si considera, può essere definito inerzia, nirvana, poltroneria, visibilio, coma.

Sono intervenute in mio soccorso due amiche di lunga data.
Una, Marina, è giunta quasi dall'estero (leggi: Alto Adige) per portarmi alla mostra di Giacometti, al GAM di Milano


Sin dall'ingresso, avrei voluto scattare delle foto, ma non era permesso.
Con mia enorme sorpresa ed emozione, in una delle sale centrali ho scoperto che io non avevo affatto bisogno di scattare foto: ho già un Giacometti a casa, tornato alla luce nel cuore del mio gran spolverare.
Eccolo qui:



Un chiodo di ferro arrugginito che una vecchia conoscente mi aveva regalato dopo una passeggiata archeologica sulle colline del piacentino, assicurandomi essere un antico manufatto romano.
Invece, né reperto né ferrovecchio: per l'eleganza delle proporzioni slanciate, per la drammaticità della torsione e per l'espressività del materiale, come dubitare che si tratti di una preziosa opera del sommo artista dello scorso secolo?
Dubitare non si può.

Qualche giorno dopo, vado a Torino dalla mia amica-sorella Giulia, che con la sua famiglia mi porta nelle Langhe: la meta è Alba, dove la Fondazione Ferrero ci ha regalato una bellissima mostra di Felice Casorati.


E la magia si ripete.
Vedo una natura morta del Maestro, analoga a questa

Felice Casorati, Mele (Le mele) sulla "Gazzetta del Popolo", 1928, olio su cartone, cm. 59x49,8, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna#EasyNip
Felice Casorati, Mele (Le mele) sulla "Gazzetta del Popolo", Roma, Galleria Nazionale d'Arte

e con un brivido mi rendo conto di avere allestito un quadro di Casorati sul comodino di Giulia, dove avevo appoggiato le mele che mi ero portata dietro per il viaggio (si sa: io ho sempre fame, non posso uscire di casa senza approvvigionamenti).



Quando ero piccola, vidi un documentario su un santone indiano che sapeva materializzare sabbia dal nulla (Ma perché non oro o cioccolato? mi chiedevo io nella mia ingenuità).


Per un attimo, ho creduto di essere santona anch'io. 
Forse so materializzare opere d'arte?

No.
Semplicemente, la realtà pullula di opere d'arte, e l'umanità produce artisti - cioè persone che per sensibilità e capacità tecnica le sanno vedere e riprodurre nei più diversi canoni espressivi.
D'altronde, basta il riquadro di una vetrata per circoscrivere una bella veduta,



così che tutto quello che ci circonda, interpretato dagli occhi giusti, può diventare bellezza e arte.
Un pensiero che consola.

Ma che ha dei risvolti inquietanti.
Io, come tutti, ho passato le ultime giornate attaccata alla televisione, per seguire le sconvolgenti vicende che hanno avuto luogo in Francia.
All'improvviso, mi sono resa conto di assistere alle telecronache come se si trattasse di un film. Mi chiedevo: "E adesso cosa succede?", manco volessi vedere un finale a sorpresa
E invece era tutto vero.

E mi sono vergognata.

.


Buona settimana!


Silvana




P.S.: Per non iniziare la settimana con questa nota d'angoscia, vi mostro la bellissima faccia



​Ljubov' Popova, quella a destra


di un'artista che da una visione analoga a questa



Vista sulle case dalla MIA finestra, 2015


più di un secolo fa, e in un altro Paese, ha saputo creare una piccola opera bella, intima, tenera e commovente come questa.



"Vista sulle case dalla mia finestra", 1906. 
Al momento visibile a Torino, a Palazzo Reale, nella mostra "Avanguardia russa da Malevic a Rodcenko"

Grazie agli artisti.
Ma di cuore.

lunedì 5 gennaio 2015

5 gennaio 2015 - Rose, fiori, cioccolatini, pali e budini vari

Avete mai ricevuto fiori e cioccolatini in dono?
Certamente sì - in genere da un uomo.
Io da un uomo, forse una volta, e gli ho dovuto pure prestare i soldi.

Poi, qualche anno più tardi, questa persona dagli scarsi fiori mi ha lasciato. 
Tempo qualche giorno, è arrivato il mio compleanno. La mattina presto mi suona il citofono: "Sono il fiorista! Devo fare una consegna!".
Io, naturalmente, dapprima ho pensato a un errore. Poi, nella mia mente ho elaborato altri altri scenari pietosi che si sono rivelati falsi.
In realtà, la sorpresa era stata organizzata dalle mie colleghe. E io auguro a tutti di avere delle colleghe così brave e commoventi. Così, ci suicidiamo un po' di meno.



​Il bigliettino 

L'altro giorno, ricevo una visita a sorpresa da mia sorella.
Era andata in un centro commerciale e, presa dall'ispirazione del momento, ha preso per me rose e cioccolatini.



Che si sono rivelati, oltre che una sorpresa, una consolazione arrivata con tempismo perfetto: avevo appena scoperto sul soffitto del bagno e della camera da letto delle macchie di umidità. 
Il che significa contatti con l'amministratrice, appuntamenti coi muratori, possibili buchi nei muri con tutti i disagi e i calcinacci che ne conseguono, e proprio poco dopo le mie pulizie di fino! 
L'ho sempre detto, che fare le pulizie non vale la pena. E forse porta anche un po' sfiga.


Ricordo altri momenti in cui il tempismo di mia sorella ha rivelato un che di miracoloso.
Ad esempio: un giorno di tanti anni fa mi trovavo a questo incrocio, 



​Una visione notturna

tranquilla al mio posto pedonale, aspettando il verde per passare, quando mi sento toccare da dietro da un'automobile. 
Toccare, dico, perché l'auto fortunatamente andava piano: era in retromarcia. 
Mi avvicino al guidatore e attraverso il finestrino gli dico, con voce anche abbastanza tranquilla: Se vai in retromarcia senza guardare dietro vuol dire che sei stupido.
Non c'è niente che faccia più male della verità, e il tipo, invece di accettarla come dato di fatto, si mette a urlare nell'auto, scende dall'auto, continua a urlare anche fuori, e sempre più forte, la sua ira si auto-alimenta, diciamo anzi che un po' l'alimento anch'io, che continuo a dimostragli la mia semplice tesi sul suo scarso quoziente intellettivo, insomma, per farla breve ho davvero rischiato di farmi picchiare da un estraneo - se non fosse stato per mia sorella, che arrivata in macchina a quello stesso incrocio ha sentito gli schiamazzi, ha rallentato incuriosita e, resasi conto della situazione, senza stare tanto a pensarci mi ha preso su e mi ha portato via rombando.

Un'altra volta, un bel mattino, a questo incrocio


ero in bici, ferma al rosso.
In quel momento mi è venuta una delle mie rarissime intuizioni sovrannaturali: Sto per vedere una persona che nella mia vita sarà importantissima, mi sono detta.
E un attimo dopo mi passa accanto mia sorella, in auto, che mi supera, gira a sinistra e se ne va anche lei al lavoro.
In seguito lei ha negato di essere passata di lì, quella mattina. Però io sono sicura di averla vista. Molto sicura. 
Arcisicurissima.

Un'altra volta, sono stata intervistata dal Grande Intervistatore di Radio Tre, il capo della Trasmissione di Nicchia Amatissima.


L'uomo che non mi regalava i fiori lo sapeva, glielo avevo detto qualche volta, a ridosso dell'appuntamento, e certamente al mattino del giorno fatidico, prima che andasse al lavoro.
Ma poi, arrivata la sera, lui torna a casa e dice: "Oh, scusa, non ti ho sentita. Mi sono dimenticato. Ero giù in laboratorio con Emanuele a lavorare...".
E insomma, la prima volta che nella vita parlo pubblicamente col Grande Intervistatore rischio di passare inascoltata da chi più mi ama (come credevo), e invece mi telefona mia sorella:
"Ti ho sentita, oggi pomeriggio! Annunciavano il tuo intervento insieme all'illustratore Marinoni, ero in auto, allora mi sono messa di lato e sono stata lì ferma ad ascoltarti!"

Ecco.

Se poi pensate che mia sorella mi abbia fatto tanti complimenti, sbagliate.
Perché la seconda cosa che mi dice è: "Ma quando ti ha chiesto se tu annusi i libri, perché invece hai detto che no, che tu piuttosto senti le voci? Ma che risposta è?".
Osservazione che, cadendo a fagiolo sul mio sospetto di non essere stata brillante come la circostanza avrebbe richiesto, non mi ha risparmiato diversi giorni di depressione.

Dunque, non intendo dire che il rapporto tra me e mia sorella sia una meraviglia miracolosa.
Non lo è.
Fratelli e sorelle faticano molto a uscire dagli schemi impressi nell'infanzia.
E mia sorella nell'infanzia era molto più magra di me


(io in realtà volevo mettere la foto di mia sorella bambina magra che si arrampicava su di un palo, ma ieri sera in famiglia il mio desiderio di tirare fuori le vecchie foto è stato pesantemente frustrato, quindi ho cercato qualcosa di analogo su Pinterest)

e di carattere - come negarlo? - per sua natura è piuttosto prepotente e comandona.
Una miscela esplosiva, di cui per anni ho sopportato le conseguenze...

Ma la buona notizia è che le cose sono migliorate!
Questo sì ha del miracoloso: il rapporto tra noi due ultimamente è molto molto meglio, quasi bellissimo.
Il che ha un vantaggio enorme, perché i fidanzati e gli amici vanno e vengono, mentre le sorelle non smettono mai di essere sorelle.
E anche se si spaccano la testa e si danno fuoco a vicenda, non c'è proprio niente da fare: sono nate e moriranno sorelle.

E' un bene?
E' un male?
Molto dipende da come si guardano le cose.

Un'accusa che una volta ho sentito rivolgere a mio padre, da parte di mia madre (giusto per rimanere in ambito familiare): "Tu ricordi tutto il male che ti hanno fatto nella tua vita, ma non pensi mai che io, quando eravamo fidanzati, ogni volta che ci vedevamo ti portavo un budino!"
Quindi, per aiutarvi a vedere la vita dal lato positivo, ecco a voi la ricetta magica:


Regalatemene uno ogni volta che mi vedete.
Grazie.


E buona settimana!



(da SISTER act)



Silvana