lunedì 13 febbraio 2017

13 febbraio 2017 - Il verdetto

Tutti noi abbiamo - credo - delle abilità, delle capacità che riconosciamo a noi stessi e non mettiamo in discussione. 
Stanno alla base della nostra fiducia nella vita. Ci accompagnano e ci sostengono giorno dopo giorno. Ci danno la sensazione di essere noi stessi, in un modo accettabile.

Ad esempio: le belle donne.
Deve essere un grande conforto sapere di essere bella.
Qualsiasi cosa ti capiti, sai che ci sarà sempre qualcuno a cui piaci.
E poi, vestirsi e truccarsi dev'essere un bel divertimento - immagino...

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La pancia della mia amica più bella (senza togliere niente alle altre)

Io fino a pochi giorni fa pensavo di saper cantare abbastanza bene.
Pensavo di poter ambire a far parte senza problemi di un qualsiasi coro amatoriale di dilettanti.
Non dico "voce solista". Non dico "professionista".


Ma corista sì.

E dunque, dopo aver lasciato il coro del mio paese, che ho frequentato fino all'anno scorso, per la ragione che lì si cantava poco e mi annoiavo molto, mi son data da fare e ne ho cercato un altro.

Io non ho l'auto. Sono costretta a restare nella mia zona.
La mia scelta cade su un coro gospel che, in linea d'aria, è a un paio di chilometri da casa mia.


Non conosco molto il gospel, ma questa può essere l'occasione per cominciare.
Dunque, seguo la trafila.
Li contatto.
Frequento da auditrice un paio di incontri.
Poi un terzo.
Poi, mi sottopongo all'audizione.

Per l'audizione, vorrei sottolineare, mi sono preparata.
"Summertime" me la canto da sempre.

(lo so: non così bene...)

Poi, cerco su youtube un secondo pezzo, e imparo "Swing low sweet chariot" per l'occasione.


E dunque, seduta in mezzo a un ristretto numero di giudici (il maestro del coro, la figlia soprano, e altri membri storici), li canto.
Prima di me si è esibita un'altra candidata: ci mandano insieme nella sala accanto, per aspettare il verdetto.
Riesco a cogliere, tra ciò che viene detto dall'altra parte del divisorio, la frase detta dal maestro: "Non vedo in loro la passione di cantare il gospel".
Poi, tornate nella sala-prove per venire messe a parte del nostro destino


il maestro ribadisce: ma sì, intonate, abbastanza senso del ritmo, ma facciamo moltissimi errori, esclude che si possa imparare a fare di meglio, quindi ci concede un mese prima di ascoltarci una seconda volta, e farci sapere se possiamo starcene a casa nostra o se siamo accettate nel gruppo.

Da quel momento, il mio umore è ondivago.

A volte penso che devo studiare studiare studiare,e imparare molti brani del loro repertorio da sola, dal sito del coro. Giusto per non dare ragione al maestro, e fargli rimangiare quello che mi ha detto.

Altre volte mi dico che se vengo rifiutata, se vengono messe in dubbio le mie capacità di apprendere e appassionarmi - e la mia capacità di cantare - allora sono io a rifiutare il coro.

Stanotte ho trascorso ore della mia insonnia a scrivere una mail di "Tanti saluti".
Ma forse era solo per non dovermi occupare di dolori e problemi molto più pesanti che mi tormentano in questi giorni.

Comunque vada, questo ho imparato, una volta di più: non ci sono certezze che valgano, nella vita.
Puoi pensare di essere amata, e invece sei solo sfruttata.
Puoi pensare di avere una casa - si scatena il terremoto e te la distrugge.
Puoi pensare di saper fare qualcosa, e arriva qualcuno che ti dimostra che no, non è vero, non sei capace, sei scadente.

C'è un possibilità di salvezza e conforto, al di là di tutto questo?

No, non c'è.

Adesso mi preparo un piatto di gnocchi, poi vado al lavoro - finché non mi licenzieranno.

Viva gli gnocchi.
Grazie, Nicoletta, per il pesto. Mi è piaciuto molto.

Buona settimana!


Silvana


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