lunedì 14 agosto 2017

14 agosto 2017 - Un bizzarro aggettivo

Rivedere decine e decine di volte le repliche dei documentari su Rai 5, in realtà, non accresce il mio bagaglio culturale.
Fondamentalmente, mi distraggo moltissimo. E come se non bastasse, la mia attenzione si annulla sempre agli stessi punti.
Forse l'ignoranza, raggiunta una certa età, è il frutto di un saggio rassegnarsi alla propria natura e alle capacità della propria memoria - e dunque è quasi da ammirare.

Alla  programmazione di questa calda estate, ad ogni modo, noto che manca uno dei superprotagonisti di Rai 5: il mio amato Philippe Daverio.


Anche le sue trasmissioni, naturalmente, stimolano il dolce naufragare della mia attenzione.
Il cervello però mi si rianima come un cane di Pavlov allorché le orecchie colgono certi vocaboli che, per il contesto in cui sono utilizzati, mi suonano paradossali e bizzarri.
Ad esempio, l'aggettivo croccante.
Come si può dire che il mantello di un pastore di una natività del '500 sia croccante?
Non lo so, comunque mi piace.
Anzi, lo capisco.
E persino l'ho fatto mio.

L'altra sera, ad esempio, pensavo intensamente a com'era mia madre, quando io ero bambina al mare, in Liguria.
Forse ispirata da una qualche fotografia dell'epoca, dispersa in un cassetto, mi sembrava di rivederla giovane - più giovane di quanto io sia adesso, che cosa incredibile - con le braccia tonde e sode, e il viso disteso, senza rughe, da contadina energica bresciana, col foulard in testa, e sorridente.
Avrei potuto morderla, o baciarla.
Un ricordo croccante.

Un altro ricordo è tornato nella mia coscienza grazie a Nuvola, uno dei gatti di mia sorella, che adesso stazionano da mia madre, per l'estate.

A me piacciono molto Nuvola e Roni.
Sono gatti giocosi, affettuosi, trasparenti.
A differenza della Titina, quando li accarezzo non mi graffiano mai.
Essersi conosciuti da cuccioli, e scelti come fratelli d'adozione, ed essere quindi rimasti sempre insieme, evidentemente, gli ha donato un'ammirevole serenità.

Fratelli nell'anima, dicevo, perché nel corpo non potrebbero essere più diversi.
Roni è smilzo, atletico, scattante. Un leprotto fatto gatto.
Nuvola è pesante, ieratico. Ha le zampe corte e una panciona enorme. Cosa ci sarà mai dentro la pancia di questo micio? Non riesco a capire. Il peso specifico è sorprendente.

La conseguenza di questa diversità è che Roni salta a destra e a sinistra, si arrampica, si eleva verso dimensioni stratosferiche irraggiungibili per il fratello, che rimane fisso al suolo a guardare l'altro appollaiato in cima all'armadio, sul tetto dello scaldabgno, sul davanzale del finestrone in terrazzino.
Soffre d'invidia, Nuvola? Di nostalgia per il fratello? Oppure prova ammirazione per lui?

Non lo so, ma la sua situazione mi ha riportato alla memoria in modo molto concreto i giorni in cui ero piccola, all'asilo, e vedevo gli altri bambini arrampicarsi sulla struttura delle altalene, mentre io col mio pancione e le mie zampe corte rimanevo fissa a terra, a guardarli.

Però, l'altro giorno...
Sorpresa!

Guardate il reportage fotografico che mi ha mandato mia sorella:


Roni sul finestrone, in alto


​Ma anche Nuvola è sul finestrone, in alto!


​Bacetti


​Coccole, festeggiamenti, affettuosità, nanna​


Non è palese la soddisfazione con cui Nuvola se ne sta lassù in cima?



Per arrivarci ha ridotto a brandelli certi panni di mia madre, ma cosa importa?


Forse il ricordo riportatomi da Nuvola è stato sgradevole...

Ma la rivincita è croccante!



Buon Ferragosto a tutti!

E buona settimana.


Silvana

Nessun commento:

Posta un commento