lunedì 21 agosto 2017

21 agosto 2017 - Un pensiero scientifico, uno metafisico e uno costante

Da quando so che il Palio viene vinto semplicemente da chi paga di più sottobanco, non lo guardo più con la stessa passione di prima. Però lo guardo sempre, tutte le volte che posso.
E così, il 16 agosto scorso, eccomi lì con la televisione accesa, a seguire non solo la corsa, 


ma anche tutti i preparativi: le interviste, le rievocazioni, gli sbandieramenti e le processioni.

Per qualche motivo, ultimamente riesco a concentrarmi con particolare intensità su ricordi e immagini mentali. Li faccio diventare croccanti.
Quindi, lunedì scorso guardavo i cavalli senesi e mi sembrava di coglierne tutta la possanza, l'energia, il calore animale. E la grandezza.

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Chiunque incontri una di queste creature può verificarlo: sono davvero GROSSE!
E anche le mucche: vere montagne di carne, tanto impacciate dalla loro consistenza che sembra fatichino a camminare.
E chissà che impressione, stare accanto a un elefante.
Le giraffe, poi! 
Fortuna che sono tutti erbivori.

Portando avanti il mio ragionamento scientifico, immaginavo l'impatto che avrebbe sul proprio ambiente una tigre delle dimensioni di un rinoceronte.
Sarebbe terribile!
Per mantenersi in vita, farebbe fuori prima tutti i vegetariani al di sotto di sé nella catena alimentare, e terminati quelli si indirizzerebbe sui propri simili, perché io lo so, niente è brutto come la fame, e piuttosto che soffrire la fame non so di cosa sarei capace. 
O forse lo so...

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Géricault: La zattera della Medusa (Da Google images)

I carnivori terrestri esistenti, che io sappia, sono piuttosto piccoli - ma perché se fossero grandi rappresenterebbero la fine dell'ecosistema.

Dunque, se consideriamo l'impatto ambientale che può aver avuto un tirannosauro


forse - immagino io - i grandi rettili pre-istorici si sono estinti semplicemente perché i supercarnivori, per placare la propria fame smisurata, se so' magnati tutti quanti - se stessi compresi.

E questo è il mio pensiero scientifico di lunedì scorso.

Qualche giorno più tardi, venerdì 18, nella mia routine estiva torno dal lavoro attraverso il parco, nel primo pomeriggio, e all'incrocio con una certa strada carrabile, 50 metri davanti a me, assisto all'investimento di un randagino.
Butto la bici sull'erba e corro a recuperarlo dall'asfalto.
Lui è spaventatissimo e piange, ma quando lo prendo in braccio si mette tranquillo. So che se avesse le braccia per stringermi, mi abbraccerebbe anche lui.
Mi siedo sull'erba col piccoletto accanto e comincio a telefonare a destra e a manca: all'amica che mi dà buoni consigli, al 112, alla vigilanza urbana di Milano...
Insomma: ho aspettato un paio d'ore sotto l'ombra di un bell'albero, in compagnia di un paio di pensionati gentili, di qualche sfaccendato estivo, di vigili e veterinari di zona, fino a che verso le 17 è arrivato il camioncino del canile che ha portato il mio pincher al suo ospedale di spettanza.

Quindi, di ritorno a casa, sono crollata a letto, esausta, dopo aver verificato che ogni tanto i servizi funzionano e gli estranei sono cortesi.

E dunque, il pensiero metafisico:

Io spero che nella terra dei morti, quando Anubi mi peserà il cuore, 


la sua testa di cane sarà la testa di Paolino

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perché questo potrebbe deporre a mio favore.

E' piccolo, Paolino.
Secondo quelli del canile non dovrebbe avere difficoltà a trovare una famiglia di adozione.
Insomma: ai carnivori non essere grossi conviene sempre.

E diciamo anche che se la Titina non fosse così smorfiosa, magari Paolino sarebbe già il mio cagnetto.
Perché da quando l'ho tirato su dalla strada, venerdì scorso, non smetto mai di pensargli.

Buona settimana!

Silvana


P.S.: se vi chiedete come stia Paolino, sappiate che sta abbastanza bene: ha due fratture semplici, che dovrebbero guarire senza problemi, e un ginocchio gonfio.
Me lo hanno detto dalla clinica veterinaria dell'Università, dove è ricoverato.
Per quello che gli è successo, direi che gli è andata piuttosto bene!

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