lunedì 16 ottobre 2017

16 ottobre 2017 - Andavo molto in autobus, e non era bello per niente

Una volta prendevo gli autobus molto più spesso.
Ero più giovane. Avevo più energie.
Correvo avanti e indietro tra università, casa, lavori e lavoretti, e chi più ne ha più ne metta.
Sempre in ora di punta.

Era insopportabile.


Le discussioni erano all'ordine del giorno. Stare incollati ai nostri simili, si sa, ci rende pazzi.
A me capitava di mandare a quel paese (per lo più, tra me e me) delle persone che facevano una certa cosa all'andata, e poi al ritorno la facevo io stessa. E mi incavolavo se qualcuno aveva da ridire.

Un episodio di discussione sull'autobus ricordo più di ogni altro.
Ero salita in testa. L'autobus era già pieno.
Per qualche ragione, volevo spostarmi in coda.
Mi incuneo tra la gente per farmi strada, trascinandomi dietro la cartella di cuoio (l'avevate anche voi una cartella di cuoio, vero? Magari comprata in Grecia!).

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Immagine da Google

La borsa rimane indietro. Si incastra tra la gente. Io, per recuperarla, la tiro.
Un signore anziano (forse avrà avuto la mia età di adesso? Chi lo sa...) con una grande pancia mi rimbrotta.
"E perché lei va in giro con tutta quella roba?"
Io trasecolo. Quella roba mi serve per fare quello che devo fare, mica mi tiro dietro uno zaino da montagna! Però gli rispondo:
"E perché piuttosto lei non dimagrisce un po'?"
Quello ci rimane malissimo. Spalanca gli occhi. Diventa tutto rosso. Quasi gli manca il respiro.
"Ma... Ma... Ma guarda un po' cosa gliene importa a lei se io devo dimagrire o no! Ma perché poi dovrei dimagrire, per la sua bella faccia? Perché se lo lasci dire, la sua faccia è proprio bella!"
E io, ricevuto questo complimento così fuori contesto, ho perso il dono della favella.
Non sapendo più cosa rispondere, ho proseguito la mia rimonta verso il fondo dell'autobus con la coda - o la cartella greca - tra le gambe.
Non escludo di averlo persino ringraziato.

E così, oggi volevo raccontare dell'ultimo mio libro, pubblicato all'inizio di settembre

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per riferire una serie di cose che mi hanno fatto male, nell'occasione.
Ma poi ho ricevuto questa mail dall'editore

Cara Silvana,
Ti ringrazio per la collaborazione. Scritto breve, ma bellissimo. 
Se mai avrai voglia di scrivere altro per il nostro blog, ne saremmo contentissimi.
Un saluto e buona giornata.
Giovanna

che mi annunciava la pubblicazione sul loro blog di un intervento che mi avevano chiesto diversi giorni prima.
Questa mail mi ha fatto molto piacere, ho provato sollievo e sono stata contenta.

Avevo conosciuto un tipo, tempo fa, che mi raccontò di avere una regola, nella vita: se aveva qualcosa di bello da dire a qualcuno, se pensava qualcosa di buono, glielo diceva sempre. Sempre sempre sempre.
Mi sembra una regola da seguire.

Spesso stiamo male, e diventiamo rancorosi e aggressivi, perché ci sentiamo maltrattati e mal giudicati.
Magari non sempre è vero.

C'è tanto male al mondo, così evidente.
Il bene a volte si nasconde.
Quello esplicito funziona di più.


Buona settimana!


Silvana


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