lunedì 13 novembre 2017

13 novembre 2017 - L'inverno, all'inizio

Una delle caratteristiche che con maggiore evidenza mi colpisce del mondo - sia esso animale, vegetale, ma magari anche minerale - è l'ineluttabile, soverchiante desiderio di esistere.
Pur di poter godere del proprio tempo sotto il cielo, le piante nascono e prosperano in condizioni estreme e degradanti. Magari in fondo ai tombini.

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Gli spermatozoi, che pure non hanno braccia, sembrano fare a cazzotti con i propri antagonisti.


Gli orsi uccidono i cuccioli delle femmine per essere liberi di ingravidarle di nuovo ed assicurarsi in questo modo una propria discendenza nel futuro.
E così via.

Mi torna in mente un brano dell'Odissea che ai tempi del liceo mi aveva molto colpito: quello in cui Ulisse, incontrato Achille nell'Ade, magnifica la sua gloria sugli Inferi, ma Achille gli risponde:

«Non abbellirmi, illustre Odisseo, la morte! Vorrei da bracciante servire un altro uomo, un uomo senza podere che non ha molta roba; piuttosto che dominare tra tutti i morti defunti».
( Omero, Odissea canto XI - Dal sito opere.loescher.it )

Qui, in lingua quasi originale


Sempre del liceo, ricordo l'abitudine che avevamo di lasciarci messaggi e pensieri tra compagne di classe, sulle agende.
Questo mi aveva scritto Maria Grazia Riccoboni, esattamente 35 anni fa:

"Carino l'inverno, all'inizio. Dolce. Gli alberi di un bel colore, non felice ma sicuro, il primo freddo e la gioia di coprirsi, di stare al calduccio mentre fuori fa freddo, di essere un'isola serena immersa in qualcosa che dovrebbe essere triste, angoscioso. La nebbia, l'umidità, rientrare in casa col naso ghiacciato, camminare con le mani in fondo alle tasche, le braccia strette accanto al corpo, quasi raggomitolate per difendersi da questo freddo che non ti attacca ma ti avvolge, ti protegge. Sorridere a tutto e a niente, anche se ti viene freddo ai denti. Guardare i fanali gialli delle macchine che attraversano la nebbia. E poi è l'inizio, tutto è aperto, bianco, e sicuramente il futuro è stupendo. Non hai ancora errori da rimediare, o, peggio, errori che non puoi rimediare. Ogni momento va ancora vissuto, e sei sicuro che lo vivrai bene, nel modo giusto. Vorrei che il mondo si fermasse nel mese di Novembre, anzi Dicembre. C'è anche Natale, è ancora più felice. Pensare cosa regalerai a chi, anche se poi farai un decimo dei regali che vorresti (se non altro per mancanza di fondi), e allora escogiti un modo per fare qualcosa di gradito a tutti. Magari non riuscirai neanche in questo, ma sarà bello lo stesso. E la sorpresa di un regalo da una persona da cui proprio non te l'aspettavi, o magari anche solo di un biglietto. insomma, è perfetto. Poi arriva l'estate, bella divertente, quasi una liberazione, qualcosa di leggero dopo tanti mesi che ormai ti hanno appesantito con tutti i problemi risolti e no, on tutte le delusioni. Ma l'estate è falsa e bugiarda, è troppo bella per essere vera, sembra perfetta e nasconde insidie. Ed è anche un po' stupida, tutto sommato, con quella sua aria sbarazzina che nasconde il temporale. Ti sembra spensierata, ma poi i problemi ti restano, te li fa solo dimenticare, e poi ritrovare. ti fa vedere tutto d'oro, ma poi ti frega. 
(Chissà se a giugno la penserò ancora così! Spero di no! Ma io all'inizio delle stagioni sono sempre felice e ottimista!!)

Ciao"

Col messaggio di oggi voglio ricordare Maria Grazia, morta a ventiquattro anni al ritorno dal suo primo viaggio di lavoro in Germania.

Lei che era la più bella, la più brillante, la più popolare e amata da tutti.
Quella cui la natura aveva profuso i suoi doni, finché fu in vita, forse per compensare la sorte, che l'avrebbe portata via al mondo così presto, all'inizio dell'età adulta.

Col messaggio di oggi voglio ridare voce a lei, che da tanti anni non parla più.


Buona settimana!


Silvana


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