lunedì 20 novembre 2017

20 novembre 2017 - Sempre la stessa foto

I posti belli, per me, sono quelli che mi permettono di viaggiare nel tempo, oltre che nello spazio.
Tipicamente, nelle città antiche, quando vedo una via che s'incurva, parto per una tangente, come se fossi in una capsula da fantascienza.

Quando ho incontrato il cagnetto Paolino al parco, l'estate scorsa, uno dei pensionati che hanno aspettato i vigili insieme a me mi raccontava, per intrattenermi, che lui in quella zona c'era nato, e che una volta lì non si trovava un parco ben curato, ma una campagna qualsiasi.

Io, passando per quei cinquecento metri a novanta gradi, che prima raggiungono il fosso, e poi lo costeggiano, penso sempre ai contadini  che abitavano lì, nelle cascine - quelle che hanno buttato giù per costruire il nuovo condominio "Gli aironi", e quelle che ancora sopravvivono, un po' più in là.
Mi immagino il mezzadro che esce nel campo, nelle mattine d'inverno, e fa la pipì contro un muro.
Mi chiedo se si sia guardato intorno per ammirare la bellezza che lo circondava, soprattutto quando splendeva il sole, e c'era la brina. Perché secondo me, quando fa bello, la stagione fredda è persino meglio di quella calda.
Io credo di sì, che si sia guardato intorno.
La bellezza è di tutti, per tutti.

Così io, che passo per una persona strana, quando vedo una cosa che mi colpisce tiro fuori la mia piccola macchina fotografica e scatto una foto.

Quei cinquecento metri di parco continuano a stupirmi.
Continuano a stupirmi nelle stagioni, per i colori, le erbe, gli animali, le luci, il cielo, le acque, i rami le foglie le bacche e tutto il resto.

Mi chiedo spesso se la foto che sto scattando non l'abbia già scattata.
Probabilmente l'ho già scattata.
E la giornata che ho vissuto ieri l'ho già vissuta molte volte.

Forse dovrei smettere, per questo?



























Me lo chiedo.


Buona settimana!


Silvana​

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